Sconcerta e fa riflettere l’articolo pubblicato dal quotidiano Il Tirreno il giorno 5 ottobre 2018 in cui il Primario di diabetologia, coordinatore della commissione Regionale, spiega i dati che riguardono il diabete in Toscana, la sua drammatica escalation e la diffusione su tutto il territorio livornese.
La nostra città è al primo posto in Regione per la diffusione della patologia: su 100 uomini nove hanno il diabete. A Piombino invece su mille residenti sono 76 le donne diabetiche.
L’organizzazione mondiale della sanità non perde occasione per ribadire quanto sia decisivo l’impegno degli stati nello sconfiggere le povertà e le miserie che ancora oggi affligono intere popolazioni che vivono nel sud del mondo e nelle periferie del “ricco occidente”. Nelle aree dove si registrano i più alti redditi i cittadini si curano di più, la cultura è più radicata ; oltre a ricorrere più facilmente ai servizi sanitari,seguono stili di vita consigliati, che mantengono la salute nel tempo perché hanno accortezza e appropriatezza nel consumo dei cibi, perché praticano sport all’aria aperta.
Invece dove c’è disoccupazione, precarietà del lavoro e incertezza per il futuro (tutte situazioni che oggettivamente portano a depressioni e smarrimenti), i cittadini non si curano più. La povertà è un potente deteminante per l’esclusione sociale generalizzata, perché la persona che perde il lavoro spesso perde anche la casa e rischia di trovarsi in strada. Scompare così anche la sua dignità.
In Italia la miseria rompe gli argini. Nel 2017 i dati istat diffondono due misure della povertà, quella assoluta e quella relativa, che sono il risultato di elaborazioni su consumi e spese dei nuclei familiari italiani. L’ anno prima versavano in povertà assoluta 1milione e 778 mila famiglie , composte da 5 milioni e 580.000 persone. A confronto con il 2016, la povertà assoluta cresce rispetto ai due termini considerati.
Anche la povertà relativa è aumentata: si parla di 3 milioni e 171 mila famiglie, ovvero 9 milioni e 368 mila persone (il 12,3% rispetto al 10,6% delle famiglie coinvolte nel 2016).
Le due povertà sono maggiormente diffuse in famiglie con 4 componenti (19,8%) o 5 componenti e più (30,2%), soprattutto tra i giovani: arriva al 16,3% se il riferimento è un under 35 ,scende al 10% se il riferimento è un’ ultra sessantacinquenne.
Bene ha fatto il responsabile della diabetologia, che ha colto il nesso tra malattia e condizione socioeconomica.
Lo ha espresso in maniera netta e decisa.
Per un partito come il nostro è una conferma della necessità di indirizzi di politica di ridistribuzione del reddito per il sostegno della povertà assoluta e relativa , assieme a politiche attive per il lavoro e una sanità pubblica e non la via privata anche intrapresa in Toscana da Enrico Rossi e l’assessore Saccardi.
Circolo Territoriale SI Livorno Collesalvetti